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Acciaio, senza digitalizzazione non c’è sostenibilità: le strategie delle aziende per promuovere la rivoluzione green.

Acciaio, senza digitalizzazione non c’è sostenibilità: le strategie delle aziende per promuovere la rivoluzione green.

La strada per la decarbonizzazione dell’industria siderurgica passerà per due fasi: la sostituzione graduale degli altiforni con la tecnologia Dri a idrogeno e il passaggio completo ai forni elettrici ad arco Esg (Environment, Social, Governance) delle aziende.

Senza l’apporto delle tecnologie digitali non è possibile avere una rivoluzione sostenibile nella filiera dell’acciaio. Questo è quello che è emerso nel corso dell’evento “Digitalizzazione motore per la crescita sostenibile”, organizzato da siderweb, con il supporto di alcuni dei gruppi di rilievo nella produzione di acciaio sul territorio nazionale.

Da tempo si discute su come trasformare il settore in un’ottica di maggiore sostenibilità, in linea con gli impegni presi in materia di clima a livello nazionale ed europeo. Anche dall’atteggiamento dei consumatori, orientati verso aziende e prodotti a minore impatto ambientale, dalla pressione normativa che mira alla carbon neutrality, passando per la crescita del prezzo delle quote di emissione di CO2 stabilite dall’Europa, il futuro che si prospetta è in ottica green. Ad oggi, infatti, il prezzo per tonnellata per l’acquisto delle quote Ets Eu – il sistema per lo scambio delle quote di emissione attivato dall’Unione Europea nel 2005 – ha raggiunto il livello record di 50 euro per tonnellata.

In questo scenario la strada per la decarbonizzazione dell’industria siderurgica passerà per due fasi, secondo Yvonne Ruf, partner di Roland Berger, società di consulenza. «La fase uno sarà la sostituzione graduale degli altiforni con la tecnologia Dri a idrogeno, che vediamo oggi svilupparsi in progetti pilota. La seconda sarà il passaggio completo ai forni elettrici ad arco: con l’elettricità da fonti rinnovabili, la produzione di acciaio potrà diventare completamente neutra dal punto di vista delle emissioni di anidride carbonica».

La strada per la decarbonizzazione dell’industria diserurgica passerà per due fasi: la sostituzione degli altiforni con la tecnologia Dri a idrogeno e il passaggio completo ai forni elettrici ad arco. Con l’elettricità da fonti rinnovabili, la produzione di acciaio potrà diventare neutra dal punto di vista delle emissioni di CO2

In questo percorso, il potenziamento del contenuto tecnologico dei processi è inevitabile. Un processo non sempre semplice e che richiede alle aziende di fornirsi dei giusti strumenti, come spiega Laura Tolettini, Digital Integration Manager del Gruppo Feralpi che spiega come «L’integrazione tra le nuove tecnologie con quelle preesistenti non è facile, né dal punto di vista tecnico né da quello organizzativo. Centrali in questo processo sono anche le persone, con competenze trasversali e aperte a collaborazioni e partnership esterne al gruppo, estese anche ai player delle catene di valore in cui si opera».

Nel 2019, il Gruppo Feralpi è diventato la prima realtà siderurgica a ottenere un positive loan legato a obiettivi di crescita sostenibile, vale a dire un finanziamento le cui condizioni sono legate al rispetto di precisi indici di sostenibilità con impatti positivi in campo ambientale.

«In questo senso, la digitalizzazione di pratiche operative e documentali su cloud, ad esempio, è un progetto in corso che incentiva e supporta sistemi di lavoro collaborativi e interscambio di dati in tempo reale tra le varie aziende del Gruppo, con sguardo sia alla dimensione sociale che a quella ambientale di una crescita sostenibile. C’è poi il tema delle risorse finanziarie che sono fondamentali, anche declinate in chiave Esg», spiega Tolettini.

L’innovazione in ottica sostenibile è, già da qualche anno, la chiave che guida anche la strategia di Ori Martin, un’acciaieria a forno elettrico per la produzione di acciai speciali, con sede a Brescia.

Già dal 2018 l’acciaieria di Brescia è collegata a un ossigenodotto di Air Liquide con una tubazione sotterranea di 5 km, che ha permesso all’impianto di ridurre le emissioni di CO2 e passaggi dei mezzi pesanti. Nel 2019, Ori Martin ha stipulato un Ppa (power purchase agreement) e almeno il 10% del suo fabbisogno energetico è coperto dall’energia generata da un impianto fotovoltaico in Sardegna.

Queste sono azioni che hanno permesso all’azienda di abbassare le emissioni di polveri sottili e il consumo di acqua. «Inoltre, grazie all’I-Recovery, siamo collegati al teleriscaldamento della città di Brescia, cui forniamo calore. Insomma, l’innovazione è parte della visione strategica di Ori Martin, tanto che siamo stati inseriti dal Cluster Fabbrica Intelligente tra i Lighthouse Plant del progetto Acciaio_4.0», spiega Carolina de Miranda, Sustainability Manager di Ori Martin.

In questo percorso, il potenziamento del contenuto tecnologico dei processi è inevitabile, e consiste in un’integrazione tra le nuove tecnologie con quelle preesistenti

Sono invece quattro le attività principali su cui si è concentrato l’ultimo piano industriale di Cnh Industrial per raggiungere target di riferimento con progetti specifici: la riduzione della carbon footprint dell’azienda, che punta ad abbassare le emissioni di CO2 dei 67 stabilimenti nel mondo, la sicurezza, l’economia circolare intesa come life cycle thinking e il pensare già in fase di progettazione al fine vita dei prodotti.

Annalisa Citterio, Head of Sustainability, racconta la visione aziendale: «La sostenibilità va oltre i confini aziendali, permea tutta la catena del valore. Non siamo sostenibili se anche i nostri fornitori non lo sono. Abbiamo in campo diverse attività che li coinvolgono, ad esempio, monitoriamo le emissioni di CO2 della nostra fornitura prodotta da 150 aziende chiave. Il passaggio successivo in futuro sarà chiederne la diminuzione, quando avremo standardizzato il processo».

Nel prossimo futuro, secondo gli esperti, non solo le risorse messe a disposizione dai grandi fondi di investimento, ma anche l’accesso alla finanza ordinaria sarà condizionato agli standard di sostenibilità Esg (Environment, Social, Governance) delle aziende. È così che la pensa Niccolò Zuffetti, Head of Marketing di Cribis, piattaforma online che permette alle imprese di richiedere gratuitamente un attestato, divulgabile a terzi, che misura e dimostra i propri impegni sui criteri ESG. “Le imprese, quindi, sono chiamate a dover mostrare quanto la loro attenzione alla sostenibilità sia tangibile e misurabile”.

Fonte: l’Industriameccanica

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