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Industria 4.0, il Competence Center di Milano compie due anni: realizzati oltre 140 progetti con le imprese

Industria 4.0, il Competence Center di Milano compie due anni: realizzati oltre 140 progetti con le imprese

Il MADE, Competence Center per l’Industria 4.0 di Milano, voluto dal Ministero Italiano dello Sviluppo Economico e creato presso il campus Bovisa del Politecnico, compie due anni. In 24 mesi ha portato a termine oltre 140 progetti con le imprese e grazie alla nuova Scuola di Competenze ha erogato circa 27.000 ore di formazione.

Un bilancio senz’altro positivo, considerato il complesso contesto storico ed economico degli ultimi due anni, che ha visto dapprima l’esplosione della pandemia e subito dopo lo sviluppo di tensioni internazionali, dovute al conflitto Russia-Ucraina. Uno scenario che ha generato inoltre una grave crisi nella fornitura di componenti e materie prime che tuttora influisce pesantemente sulla supply chain, ma che al tempo stesso ha permesso alle imprese di cogliere i vantaggi dell’innovazione e la necessità urgente di adeguarsi.

A fare un primo bilancio del MADE è lo stesso presidente, Marco Taisch.

Due anni di Made: i numeri

Per comprendere al meglio i numeri, è importante ricordare che la finalità del MADE è principalmente quella di supportare le aziende del Manifatturiero nel processo di sviluppo tecnologico, indipendentemente dal loro livello di maturità digitale, con attività di orientamento, formazione e finalizzazione di progetti di trasferimento tecnologico.

In particolare, per le piccole realtà, il focus è quello di dare loro gli strumenti affinché comprendano i vantaggi della trasformazione digitale; alle medie offre l’accesso a programmi principalmente di upskilling; mentre per le grandi aziende predispone veri e propri percorsi di accompagnamento in progetti di digital transformation.

Per essere un riferimento solido per il mondo del manifatturiero, il MADE si è dotato di sei aree tecnologiche, in cui è possibile vivere circa 90 “esperienze”, per comprendere dal vivo le principali tecnologie che abilitano il manifatturiero digitale. Inoltre, ha creato la Scuola di Competenze 4.0, dove le imprese possono scoprire personalmente i vantaggi di una fabbrica interconnessa. Non si tratta di una scuola tradizionale dove si svolgono soltanto lezioni tradizionali in aula, qui vengono impiegate anche moderne tecnologie digitali.

Grazie alla sua duplice struttura, Il MADE nel primo biennio di attività, ha organizzato 310 tra workshop e webinar, che hanno visto la partecipazione di 17.000 imprese (per una media di 3 persone per azienda) e 6.000 imprese professionisti. Dal canto suo, la Scuola di Competenze ha erogato 210 corsi, che hanno registrato 4000 partecipanti (per 1350 aziende, 31% PMI, 47% del Nord, 53% del Centro sud) per un totale di 27.000 ore di formazione.

Dando invece uno sguardo ai progetti realizzati se ne contano 140, di cui 56 hanno beneficiato di finanziamenti statali per un totale di 3,35 milioni di euro. Progetti che hanno permesso di contrattualizzare 130 aziende.

Il MADE ha esteso le sue attività anche oltre i confini italiani:Ultimamente siamo diventati anche molto attivi anche nei progetti europei, così da sviluppare nuovo know-how. In un anno e mezzo abbiamo partecipato a 24 progetti, cosa che ci aiuta a finanziarci e rimanere aggiornati. Ad esempio siamo uno dei sette centri riconosciuti da Bruxelles per testare l’AI nelle imprese, unico caso italiano”, ha affermato Taisch.

Il futuro del manifatturiero

Il presidente Taisch, a conclusione del bilancio, ha dato uno sguardo al futuro del manifatturiero, evidenziando quei trend che potrebbero fungere da volano per le imprese italiane. Tra questi, il rientro di alcuni operatori industriali italiani, a causa delle difficoltà logistiche generate dalla pandemia e dal conflitto Russia-Ucraina. Centrale sarà anche quello dei servizi: “In futuro serviranno dei modelli di business fondati sulla servitizzazione e sul pay per use. Per agire in quest’ottica è necessario lavorare sui dati, raccoglierli, sfruttarli e ricavarci informazioni. Industria 4.0 è soprattutto questo, non è dunque inserire robot in fabbrica”, ha concluso Taisch.

Fonte articolo: Fantinamobile.it – Elerdini Beatrice

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